Trekking, sciate, escursioni: chi trascorre l’estate ad alta quota può sottovalutare i rischi a cui può andare incontro esponendosi al sole in montagna: scottature, ustioni, invecchiamento precoce, malattie e tumori cutanei.
Uno studio pubblicato sulla rivista ufficiale dell’Accademia spagnola di dermatologia e venereologia nel 2021 ha rilevato che le scottature solari sono comuni tra i corridori di montagna, nonostante un’adeguata conoscenza dei rischi e la messa in atto di alcuni comportamenti virtuosi. Ha concluso che sono necessarie strategie mirate per migliorare le abitudini tra i frequentatori delle alte vette.
Fondamentale proteggersi in modo adeguato e, alla sera, restituire alla pelle ciò che ha perso a causa di sole, vento e freddo.
Cosa succede ad alta quota?
La luce solare ha varie componenti: raggi Uvb, Uva, infrarossi e luce visibile, ciascuna con una specifica azione. I raggi Uva, penetrando in profondità, accelerano l’invecchiamento, gli Uvb sono responsabili di scottature ed eritemi, la luce visibile causa un eccesso di radicali liberi, mentre i raggi infrarossi danneggiano elastina e collagene. Le condizioni atmosferiche modificano l’impatto di queste radiazioni: sopra una certa altitudine la concentrazione di raggi Uvb che colpisce la pelle è maggiore, perché l’aria è più pulita e rarefatta.
La concentrazione di particelle inquinanti sospese nell’aria, che normalmente filtrano una parte dei raggi solari che arrivano sulla Terra, è molto inferiore a quella riscontrabile a bassa quota.
Ogni mille metri di altezza, la concentrazione di raggi ultravioletti aumenta del 5%: questo significa che, tra i mille e i duemila metri di quota, la pelle riceve circa il 10% in più di raggi Uv. Neve e ghiaccio di rocce e ghiacciai riflettono circa l’80% della luce incidente, compresi i raggi ultravioletti, quindi la pelle deve affrontare una dose doppia di radiazioni quelle che provengono dall’alto e quelle riflesse dal suolo.
Perché ci si scotta più facilmente
Le vacanze in montagna spesso implicano un’esposizione solare breve e molto intensa, che non dà alla pelle il tempo sufficiente per “attrezzarsi” e mettere in campo i suoi meccanismi di difesa naturali (produzione di melanina): è risaputo come l’esposizione “mordi e fuggi” sia un fattore di rischio importante per la pelle.
Non è solo colpa del microclima montano, ma anche di un diverso rapporto con il sole in montagna. Ad alta quota non si suda e non si avverte calore, così si finisce per restare esposti ben oltre il tempo raccomandato.
Sole in montagna: alta protezione di giorno
In montagna, indispensabile l’utilizzo di occhiali da sole, cappello e indumenti protettivi. Il prodotto solare deve avere un sistema filtrante ad ampio spettro, che agisca nei confronti di raggi Uva e Uvb, e un pool di attivi idratanti per proteggere anche da freddo e vento, che seccano e screpolano l’epidermide specialmente nei punti più fragili, come orecchie, naso, contorno labbra.
La texture in crema è la preferibile perché mantiene l’effetto nel tempo. Protezione rinforzata per le labbra con uno stick compatto con filtro protettivo, oli e burri vegetali, da tenere sempre in tasca e applicare in abbondanza più volte al giorno, insistendo sul labbro inferiore dove il sole colpisce con maggiore intensità.
Sole in montagna: idratazione e riparazione alla sera
Gelo, vento e neve seccano la pelle e la rendono più vulnerabile. Gli sbalzi di temperatura, entrando e uscendo da baite e rifugi, sfiancano le pareti dei vasi capillari, provocando arrossamenti e screpolature. È bene, mattina e sera, rinforzare il film idrolipidico utilizzando prodotti idratanti dalla texture ricca, come una lozione o una crema a base di estratti di calendula o stella alpina, squalene e Dexpantenolo o provitamina B5, meglio se arricchite di estratti rinfrescanti come il mentolo, da riapplicare, se possibile, anche durante il giorno prima di stendere la crema solare.
Alla sera, è preferibile una breve doccia tiepida (36-37 gradi) ai lunghi bagni bollenti. Per proteggere le mani, oltre alla crema solare è utile spalmare una dose generosa di unguento intensivo riparatore e poi, se si sale su ghiacciai o si scia, indossare guanti di cotone o lana.