La pelle in montagna: come proteggerla

La montagna d’inverno è l’ambiente giusto per rinfrancare lo spirito. Un po’ meno per la pelle di viso e corpo. Con le condizioni climatiche estreme, tipiche dell’alta quota, l’epidermide può facilmente seccarsi. Se è poco protetta, può andare incontro a screpolature, irritazioni e persino dermatiti da freddo. In caso di esposizione solare, inoltre, la situazione si complica perché subentra il rischio scottatura. Un rischio che oltre i 2000 metri d’altezza diventa davvero incombente.

Come proteggere la pelle dal freddo di montagna?

Le zone maggiormente esposte al clima severo dell’alta quota sono le mani e il viso. «Se si ha la pelle sensibile o la tendenza alla dermatite atopica, la pelle soffre ancora di più. Il mix di gelo, vento e sole impoverisce la barriera cutanea, esponendo la cute a una disidratazione severa che si manifesta anche con piccole spaccature» – spiega la dermatologa Maria Teresa Gaviglio.

Tuttavia, non sono esenti da problemi di secchezza epidermica le gambe e le braccia, pur non essendo direttamente esposte al freddo intenso della montagna. Il motivo? «In realtà i motivi sono due: il primo dipende dal fatto che queste zone sono povere di ghiandole sebacee e quindi beneficiano di una minor protezione naturale offerta dal sebo. In secondo luogo, gli arti inferiori sono coperti da uno strato abbondante di vestiti.

Si pensi per esempio alle calzamaglie o all’intimo sportivo che spesso è realizzato in materiali sintetici: se da un lato garantiscono calore e traspirabilità durante le attività outdoor, senza pericolo di ammalarsi, dall’altro lato possono risultare altamente irritanti per la pelle» – precisa la dermatologa.

In inverno non è solo colpa dell’abbigliamento tecnico da sport a irritare la pelle. «In genere, è la somma di molti strati a desquamare le pelli più predisposte. Basta fare caso alle pellicine che restano sui collant quando li sfiliamo: spesso non si tratta solo di cellule morte, ma di veri e propri segnali di irritazioni alla pelle delle gambe. Che si manifestano in vario modo: screpolature, escoriazioni, arrossamenti, secchezza, e nei casi più severi gonfiori e prurito. A volte diventa difficile trattenersi dal grattarsi, un gesto che però peggiora l’irritazione innescando un circolo vizioso difficile da fermare».

Come trattare la pelle irritata

Contro le irritazioni da freddo intenso, le classiche creme idratanti non bastano. Se poi sono troppo profumate possono addirittura risultare irritanti. «Per proteggere la pelle a contatto con il gelo occorrono creme nutrienti, dalla texture densa e ricca, meglio se formulate A/O (acqua in olio), ovvero più ricche di oli e grassi che di acqua. Il motivo è presto spiegato: la pelle esposta alle condizioni climatiche estreme, come gelo e vento, non ha bisogno di acqua ma di nutrimento.

L’acqua a contatto col freddo potrebbe “ghiacciarsi”, aumentando la sensazione cutanea di freddo e di bagnato (anche se impercettibile). La conseguenza sarebbe quella di peggiorare le manifestazioni cutanee di sofferenza. Tutto il contrario, invece, se si applica una crema con una maggiore componente grassa anziché acquosa: fungerà da balsamo lenitivo e, in alcuni casi, da trattamento riparatore».

Anche gli ingredienti delle specialità cosmetiche non vanno scelti a caso: sono efficaci i lipidi naturali, come il burro di karité  che rafforza la barriera; vitamine come ad azione antiossidante, come la vitamina E; estratti vegetali che disinfiammano la pelle, come la stella alpina, o che leniscono le irritazioni, come la calendula.

Altri accorgimenti utili in alta quota

Per donare sollievo alla pelle tesa o irritata dal freddo estremo della montagna, si consiglia di evitare i detergenti schiumogeni, preferendo quelli oleosi. Se il contatto con l’acqua sul viso dovesse risultare fastidioso, si può optare per la detersione con spray appositi che non necessitano di essere sciacquati.

Quando la pelle è stata esposta per molto tempo al freddo intenso, persino docce troppo prolungate possono peggiorare i sintomi perché il contatto con il calcare diventa una forma di aggressione.

E se non è possibile rinunciare all’abbigliamento tecnico sportivo, è bene relegarlo alle sole attività sportive, per poi preferire i capi in fibre naturali. A patto di interporre uno strato di cotone tra la lana, anch’essa potenzialmente irritante su una pelle già compromessa dal gelo.